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Questo studio, partendo da alcune migliaia di lettere d'amore, prevalentemente inviate da grandi personalità della cultura italiana del XX secolo (senza però dimenticare gli scriventi contemporanei, persino quelli alle prese con il mondo digitale), tenta di rintracciare le chiavi linguistiche del cuore. Focalizzando l'attenzione sul serbatoio di immagini topiche al quale attingono gli innamorati alle prese con le parole ardenti, Mattia Pini riconduce la fenomenologia d'amore epistolare ad alcune invariabili linguistiche: lessemi, morfemi, sintagmi e figure retoriche.